Si tratta di una disciplina che indaga le funzioni cognitive come la memoria, il ragionamento, il linguaggio e l´attenzione correlandoli con il funzionamento di specifiche strutture cerebrali. Tali funzioni possono essere compromesse a causa di lesioni o deterioramento del sistema nervoso centrale.
Si può collocare la nascita ufficiale della neuropsicologia nel 1861, quando venne pubblicato un articolo del neurologo francese Broca in cui affermava che la sede del linguaggio si trova nella porzione infero-posteriore del lobo frontale sinistro.
Sebbene quindi tragga le sue origini dalla neuropsicologia classica, la quale associava ai processi mentali nel cervello una localizzazione specifica, la neuropsicologia moderna si basi sulla psicologia cognitiva, secondo la quale la mente sarebbe un elaboratore di informazioni le cui componenti sono funzionalmente interconnesse per scoprire la relazione tra i diversi circuiti neurali e le funzioni cognitive.
In seguito, alla neuropsicologia e’ stata applicata la clinica al fine di diagnosticare, gestire e riabilitare i pazienti con deficit cognitivi causati da malattie o danni cerebrali di tipo traumatico o vascolare.
Questi danni cerebrali possono essere dovuti a malattie neurodegenerative, come nel caso delle persone anziane oppure a lesioni dell'encefalo causate da tumori, ictus o traumi cronici. I pazienti che subiscono tali deterioramenti vengono sottoposti a valutazione neuropsicologica allo scopo di raccogliere informazioni sulle capacita’ cognitive, la personalità, le abilita’ apprese e il potenziale riabilitativo dell'individuo. Attraverso la somministrazione di strumenti idonei e validati quali i test standardizzati, la valutazione neuropsicologica fornisce una misura quantitativa delle differenti capacità cognitive e verifica l'eventuale presenza di disturbi del comportamento associati al danno neurologico. Non meno importante, offre un'importante chiave di lettura delle implicazioni di carattere personale, familiare, professionale e sociale legate all'insorgenza e al decorso della malattia.
Nel caso di danni dovuti a traumi di vario genere e’ possibile intraprendere un percorso di riapprendimento delle funzioni cognitive compromesse tramite quella che viene chiamata riabilitazione neuropsicologica. Ciò non e’ possibile nei casi di persone affette da patologie neurodegenerative in cui il deterioramento delle funzioni cognitive è progressivo e costante. In questo caso può essere applicata una stimolazione cognitiva.
Innanzitutto nel campo della neurologia e neurochirurgia per documentare il decorso dei disturbi cerebrali o degli effetti del trattamento di alcune malattie neurologiche, ma anche in psichiatria clinica per effettuare una diagnosi differenziale fra demenza e depressione e giungere ad un adeguato trattamento. Altro ambito è quello giuridico, nei procedimenti finalizzati alla valutazione del danno biologico. È inoltre importante ricordare il campo della medicina legale, sia per il rilascio/rinnovo della patente di guida, sia per il rilascio dell'invalidità a seguito di incidenti stradali, sul lavoro ecc.
infine un altro campo di applicazioni della neuropsicologia e’ quello dell'età evolutiva, la quale studia i meccanismi che determinano le competenze comunicative, relazionali e del linguaggio, permettendo di comprendere sia le tappe normali dello sviluppo infantile, sia le difficoltà manifestate da alcuni bambini nel corso del loro sviluppo. Nello specifico va ad occuparsi di sindromi congenite a risvolto neurologico quali la sindrome di down, lesioni cerebrali, disturbi dell'apprendimento, dell'attenzione/iperattività, difficoltà nel linguaggio e ritardo mentale.
Dott.ssa Michela Vazzoler
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Ultima modifica: 09/05/2016
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